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    Lavoro 4 minuti di lettura19 Visualizzazioni

    Intelligenza artificiale e futuro del lavoro: una riflessione per il 1° maggio.

    Redazione SinlaborDi Redazione Sinlabor30 Aprile 2025

    La ricorrenza del 1° maggio impone una riflessione su quello che sarà il lavoro nel prossimo futuro anche alla luce dei cambiamenti epocali derivanti dall’avvento dell’intelligenza artificiale.

    Secondo il parere di Danilo Maron, Segretario Nazionale del Labor “oggi la paura è che la “macchina” soppianti l’uomo, cosa che non credo possa realizzarsi perché tutto nel mondo è umanocentrico. Piuttosto la grande sfida è mantenere l’uomo — e non la macchina — al centro del progresso. L’intelligenza artificiale non deve essere temuta, ma governata. In gioco non c’è solo il futuro delle imprese, ma il modo in cui intendiamo il lavoro come spazio di realizzazione personale, sociale e civile”.

    Un patto sindacale per l’innovazione giusta

    L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il mondo del lavoro, incidendo sulla natura delle attività lavorative e conseguentemente sulle condizioni dei lavoratori.

    Nella storia, da sempre, i cambiamenti di natura tecnologica hanno modificato il rapporto dell’uomo con il lavoro.

    Dopo le iniziali difficoltà ad adattarsi al nuovo modo di operare, il cambiamento ha portato benefici ai lavoratori (minore fatica, più tempo libero, coscienza dell’importanza del proprio ruolo nel gestire le fasi lavorative, ecc.) e all’intera società.

    Il cambiamento è già iniziato; un cambiamento inevitabile che genera ansia e paure per la rapidità con cui si sta realizzando.

    Le tecnologie basate su algoritmi stanno automatizzando compiti, modificando le professioni esistenti e aprendo nuovi scenari occupazionali.
    L’IA, lungi dall’essere solo un fenomeno tecnologico, rappresenta una rivoluzione culturale ed economica che solleva interrogativi sul significato stesso del “lavoro” nella società contemporanea.

    Tra i principali effetti dell’intelligenza artificiale c’è quello di aumentare l’efficienza e la produttività. Sistemi intelligenti sono oggi in grado di eseguire operazioni complesse in poco tempo, ottimizzando fasi lavorative ripetitive e stressanti.

    Un esempio degli effetti dell’IA sono già visibili in settori come quello bancario che ha subito un cambiamento radicale. A causa di macchine estremamente sofisticate parte del personale, precedentemente impegnato in operazioni di “cassa”, è stato prepensionato e il rimanente riqualificato per effettuare altre attività quali quelle finanziarie o assicurative. Il profondo cambiamento del settore bancario ha permesso al comparto di incrementare gli utili che sono stati distribuiti anche ai dipendenti con la sottoscrizione di un buon contratto di lavoro.

    L’IA rappresenta anche un rischio se non ben gestita. Infatti può comportare una maggiore e crescente polarizzazione del mercato del lavoro: da una parte poche professioni altamente qualificate e ben pagate; dall’altra una massa di lavoratori precari e scarsamente protetti. A ciò si aggiunge il rischio di un peggioramento delle condizioni lavorative per una sempre crescente sorveglianza tecnologica sui lavoratori, attraverso algoritmi che monitorano le prestazioni in tempo reale, potenzialmente riducendo l’autonomia e aumentando la pressione psicologica. (Vedi Amazon e altre grandi aziende).

    Sul piano più generale, si rischia un progressivo svuotamento del significato umano del lavoro: non più come attività creativa e relazione sociale, ma come semplice funzione da ottimizzare.

    Il futuro del lavoro nell’era dell’IA non è già scritto. Dipenderà dalle scelte politiche, economiche e sociali

    Nel giorno della Festa del 1° Maggio, per tutelare il futuro del lavoro, Le nostre proposte sono: 

    1. Diritto alla formazione continua e retribuita su IA e nuove tecnologie.
    2. Patto per l’occupabilità con imprese e istituzioni locali.
    3. Controllo sindacale sull’uso di algoritmi nei luoghi di lavoro.
    4. Monitoraggio settore per settore dell’impatto dell’IA.
    5. Reddito di transizione per i lavoratori inoccupati a causa di processi di riconversione.
    6. Ripensare i sistemi di welfare rendendoli più adatti alle nuove esigenze lavorative.
    7. Introduzione in azienda di protocolli etici nell’uso dell’IA a tutela dei diritti dei lavoratori.
    8. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio.

    L’intelligenza artificiale può essere un potente alleato per costruire una società più equa e inclusiva.

    Ciò sarà possibile solo se l’essere umano rimarrà al centro, guidando l’innovazione e non subendola.

    Il Sindacato Labor è pronto ad affrontare questa sfida, chiedendo a imprese, istituzioni e cittadinanza di unirsi in un patto per un’innovazione giusta, dove progresso e diritti crescano insieme.

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