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    Referendum 2025: si vota l’8 e il 9 giugno

    Redazione SinlaborDi Redazione Sinlabor23 Maggio 2025
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    I cittadini saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari, tutti di tipo abrogativo di cui 4 interessano il lavoro mentre il quinto riguarda  il tempo di permanenza continuativa necessario ad un extra comunitario per ottenere la cittadinanza italiana.

    I quesiti referendari relativi al lavoro sono:

    Quesito 1 «Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti    illegittimi: Abrogazione»

    (Scheda verde) Riguarda la disciplina dei licenziamenti introdotta dal Jobs Act nel 2015.. Attualmente, chi è stato assunto dal 7 marzo 2015 nelle aziende con più di 15 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo ha diritto solo a un indennizzo economico predeterminato, senza possibilità di reintegro nel posto di lavoro, tranne in rarissimi casi.

    Il quesito propone quindi di tornare al sistema precedente al Jobs Act, ripristinando la possibilità per il giudice di ordinare il reintegro in azienda anche per chi è stato assunto dopo il 2015, in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo.

    Quesito 2: «Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale»

    (scheda arancione) Interessa i lavoratori delle piccole aziende con meno di 16 dipendenti che in caso di licenziamento illegittimo potevano ottenere un risarcimento economico limitato ad un massimo di 6 mensilità, aumentabile in alcuni casi fino a 14, ma solo per aziende con più di 15 dipendenti e con lavoratori particolarmente anziani in servizio. Questo limita fortemente le possibilità per il giudice di valutare la gravità del licenziamento e di disporre un risarcimento equo.

    L’obiettivo è abrogare il limite massimo dell’indennizzo, lasciando al giudice la facoltà di determinare l’entità del risarcimento in base alle circostanze specifiche del caso.

     

    Quesito 3:  «Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi» 

    (scheda grigia) Riguarda la norma che permettendo ai datori di lavoro di stipulare contratti a termine senza indicazione di una specifica causale entro il primo anno, ed eventualmente prorogarli o rinnovarli con causali molto ampie

    Il fine del quesito è ridurre la possibilità di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato senza specifiche causali. Si propone di rendere obbligatoria la causale giustificativa fin dall’inizio del contratto a termine limitando l’autonomia delle parti nel definirla. La volontà è contrastare l’abuso dei contratti precari, incentivando forme di lavoro più stabili e garantite.

    Quesito 4: «Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»

    (scheda rosso rubino) Il quesito riguarda la tutela dei lavoratori negli appalti e la responsabilità in caso di infortuni sul lavoro. Attualmente la normativa stabilisce che il committente è responsabile in solido con l’appaltatore e i subappaltatori per i danni subiti dai lavoratori non coperti da INAIL o IPSEMA. Tale responsabilità viene meno quando il danno è causato da rischi specifici dell’attività dell’appaltatore o del subappaltatore. Si propone di abrogare questa esclusione, ampliando la responsabilità del committente anche ai rischi specifici dell’appaltatore, cioè ai danni legati alle caratteristiche particolari dell’attività svolta. L’abrogazione vuole rendere il committente sempre co-responsabile degli infortuni, anche se questi derivano da situazioni che attualmente rientrano nella sola sfera dell’appaltatore.

    I promotori con questi quesiti vorrebbero dare maggiore dignità e stabilità ai lavoratori. Tuttavia, per i contrari, l’idea è che l’abrogazione delle norme attuali possano produrre effetti opposti a quelli desiderati, ripristinando condizioni meno chiare o meno tutelanti.

    Votare è un diritto – Andare a votare è un dovere.

     

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